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GABRIEL MAZZOLINI

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Cosa pensa del riscaldamento globale? Quali sono le conseguenze? Quanto è urgente combattere questo fenomeno?

L’emergenza climatica è evidente, ed un’emergenza tale non è mai capitata nella storia dell’umanità. Il clima sta cambiando drasticamente a causa dell’uomo. Per quanto riguarda le conseguenze a lungo termine, andando avanti a questo ritmo nel 2050 molto aree della terra saranno inabitabili a causa delle temperature troppo elevate e si stima che circa 500.000 persone dovranno emigrare.

Per quanto riguarda le conseguenze a breve termine, si riscontrano problemi di siccità sempre più numerosi ed evidenti e anche conflitti geopolitici armati per assicurarsi delle riserve di combustibili fossili, come il gas russo, dalle quali le democrazie attuali sono dipendenti, a causa di politiche deboli.

E' molto urgente combattere il riscaldamento globale ed è evidente che più si aspettano a prendere dei provvedimenti concreti, più in futuro ci dovranno essere dei cambiamenti radicali e costosi. 

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Quali misure sta adottando la Francia per combattere il cambiamento climatico? Ritiene che il governo stia agendo in maniera adeguata?

Comincerò a rispondere dalla seconda domanda. No, per quanto mi riguarda il governo non sta agendo nella maniera adeguata perché non c’è chiarezza. Ricordiamo che Macron è salito al governo un anno dopo della firma dell’accordo di Parigi che prefissava l’obiettivo di restare sopra la soglia di 2 gradi rispetto alle temperature preindustriali fino al 2030. Macron sale al governo come un paladino della guerra climatica, tuttavia molte premesse sono rimaste tali. Macron, infatti, disse che avrebbe chiuso il 50% delle centrali nucleari, promessa mai realizzata, anzi ha introdotto un programma per costruire centrali nucleari di nuova generazione.

Le centrali nucleari sono insostenibili per due motivi: il primo problema sono i detriti, i quali sono costosissimi da smaltire e il secondo è che tra qualche anno mancheranno le risorse idriche necessarie per il raffreddamento delle centrali nucleari.

Inoltre, il governo francese sta permettendo ancora l’importazione di gas specialmente dagli Stati Uniti, dopo i problemi in Russia. Per quanto il gas, è fondamentale per scaldarsi, in Francia 5 milioni di persone lo usano per scaldarsi, il problema è che, in questo momento, non c’è una transizione in corso, ma lo si continua ad utilizzare senza pensare a come eliminarlo.

Anche per quanto riguarda il passato piano di sobrietà interna, solamente dopo una politica volontaristica il governo ha invitato le aziende, le multinazionali e i consumatori a ridurre del 10% le loro emissioni di gas.

Oltre al problema del nucleare, Macron ha scalato la riforma contro i pesticidi di altri 5 anni e sta facendo passare che la Francia abbia ridotto le emissioni negli ultimi anni, come è vero; tuttavia, questa riduzione è stata a conseguenza prima del COVID-19 e successivamente causa dei due inverni più caldi mai registrati fino ad ora, che ha fatto si che si sia usato molto meno gas negli appartamenti, dunque questa riduzione recente di emissioni non è legata a iniziative o riforme da parte del governo.

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Qual è la differenza tra la sinistra e la destra francese sull'argomento del riscaldamento globale? La destra vuole lottare contro il riscaldamento globale? La destra francese pensa che questo sia un problema, o come la destra italiana, pensa non sia una problematica così importante?

Dal 2018, da quando sono iniziate le mobilitazioni, c’è stato un cambiamento dell’opinione pubblica, i sondaggi hanno visto passare la problematica del clima dal decimo al terzo posto.

Per quanto riguarda la destra francese, tutti i partiti, dai più moderati ai meno, hanno integrato un discorso ecologico nei loro programmi politici, a differenza della destra italiana dove per alcuni esponenti di alcuni partiti il riscaldamento globale non è qualcosa da prendere in considerazione. Gli argomenti a cui si appiglia l’estrema destra francese sono sostanzialmente due:

  • Il problema climatico è relativo, poiché la Francia produce l’1% di emissioni a livello globale. Non considerando le cosiddette però “emissioni importate” ovvero le cose che la Francia fa produrre in altri paesi (ad esempio la Cina). Considerando queste emissioni la Francia consuma all’incirca 10 volte di più rispetto quello che produce solo a livello locale. (Argomento quello dell’1% ripreso recentemente anche da Macron).

  • Il “localismo”, vale a dire il problema degli stranieri, legittimato come discorso ecologico, noi francesi dobbiamo riprendere possesso della nostra agricoltura, dei nostri territori, delle nostre tradizioni per riportare una visione ecologica del nostro paese e in questa visione gli stranieri sono un problema e vanno tolti di mezzo. Lo definirei una specie di “ambientalismo razzista” che è tutto il contrario di quel che è l’ambientalismo, caratterizzato dalla solidarietà.

La vera cruciale differenza poi tra sinistra e destra francese è quella legata all’energia nucleare. Se infatti a sinistra, eccetto il partito comunista francese, nessuno vuole più sviluppare il nucleare a causa dei troppi consumi, puntando sull’energia rinnovabile, i partiti di destra (Macron incluso) continuano a non abbandonare l’idea di utilizzare il nucleare.

 

C'è speranza di uscire da questa emergenza climatica?

La speranza è l’ultima a morire, c’è sempre, tuttavia più tempo si aspetta a prendere dei provvedimenti, più i cambiamenti dovranno essere radicali e eliminare i combustibili fossili sarà sempre più difficile e rappresenterà un enorme costo.

Riforme come l’isolamento termico sarebbero essenziali. Essa, ad esempio, permetterebbe di ridurre i costi energetici, abbasserebbe il costo delle bollette delle famiglie, diminuendo anche l’utilizzo di combustibili fossili, oltre che dare lavoro a molti operai specializzati. 

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